19
Lug

La canapa è futuro

La canapa  è una  pianta  caratterizzata da fibra eccezionalmente resistente contenente una ricca cellulosa e semi estremamente nutrienti. A seconda dei differenti metodi di coltivazione e lavorazione, può essere impiegata in diversi settori compreso quello della medicina. La cellulosa contenuta nella pianta permette di ottenere materiali plastici degradabili utilizzati per la produzione di imballaggi e di materiali da impiegare con una funzione isolante. In questo senso, quindi, la canapa può porsi come alternativa al petrolio. Dalla spremitura a freddo dei semi di Cannabis Sativa si ottiene l’olio di canapa che può essere utilizzato in cucina come un qualsiasi altro olio e può essere integrato nella normale dieta per favorire e proteggere il corretto funzionamento dei processi fisiologici, dal metabolismo alle difese immunitarie.

 Dalla pianta erbacea Cannabis Sativa si ottengono i semi di canapa, considerati un alimento completo dal punto di vista proteico. Ancora,   la canapa si può utilizzare in alternativa al cotone richiedendo un impiego decisamente inferiore di pesticidi e di fertilizzanti . Da essa si ottengono filati resistenti utilizzabili per la produzione di tessuti destinati alla produzione di manufatti tessili, accessori e capi d’abbigliamento. Dalla canapa è possibile ottenere carta di utilizzo comune o di alta qualità: si potrebbe usare anche per stampare giornali o per produrre cartoni. La pianta è prodotto fuorilegge, a causa della disassuefazione  del suo principio attivo, il delta-9-tetraidrocannabinolo, comunemente denominato THC.

Sono riportate anche le regole di coltivazione nell’ambito del settore florovivaistico:

  • la riproduzione di piante di canapa è consentita esclusivamente da seme certificato, non è permessa la riproduzione per via agamica di materiale destinato alla produzione per poi essere venduto;
  • il vivaista deve conservare il cartellino della semente certificata e la relativa documentazione di acquisto per un periodo non inferiore a 12 mesi;
  • le importazioni a fini commerciali di piante di canapa da altri paesi non rientrano nell’ambito di applicazione della legge e, in ogni caso, devono rispettare la normativa dell’Unione europea e nazionale vigente in materia.

Con specifico riguardo alle infiorescenze della canapa, la circolare precisa che rientrano nell’ambito delle coltivazioni destinate al florovivaismo, purché derivino da una delle varietà ammesse iscritte nel Catalogo comune delle specie di piante agricole, il cui contenuto di THC non superi i livelli stabiliti dalla normativa nei nostri giorni la canapa sta vivendo un periodo di riscoperta. La nuova legge italiana sulla canapa industriale è entrata in vigore il 14 gennaio 2017 e stabilisce, che non è più necessaria alcuna autorizzazione per la semina di varietà di canapa certificate con contenuto di THC al massimo dello 0,2%. Sul piano della stessa circolare:

  • vendere al dettaglio derivati della cannabis con principio attivo superiore allo 0.2 per cento costituisce un parametro obiettivo cui ancorare i controlli;
  • verificare altro aggira il punto centrale ed espone a un inutile contenzioso, dagli esiti incerti.
  • Sul piano della prevenzione: una grande campagna di informazione, che utilizzi tutti gli strumenti di cui lo Stato dispone, incluso il servizio pubblico tv, fornendo dati scientifici sicuri sugli effetti non “leggeri” dell’assunzione di derivati della cannabis, vale molto più del pur opportuno dibattito .

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