CHI ERA GIORDANO BRUNO?
GIORDANO BRUNO NON ERA SOLO UN FILOSOFO, UN VISIONARIO, MA UN RIVOLUZIONARIO NAPOLETANO CHE HA CAMBIATO LA STORIA DELL’UMANITÀ.
Giordano Bruno nasce a Nola in provincia di Napoli nel 1548 più precisamente nella contrada di San Giovanni del Cesco, ai piedi del monte Cicala. Il suo vero nome è Filippo Bruno. Imparò a leggere e a scrivere da un prete Nolano, Giandomenico De Iannello e compì gli studi di grammatica nella scuola di un tale Bartolo di Aloia. Prosegui gli studi superiori, dal 1562 al 1565, nell’Università di Napoli per apprendere lettere, logica e dialettica.

A circa 15 anni rinuncia al nome di Filippo, come imposto dalla regola domenicana, ed assume il nome di Giordano, in onore del Beato Giordano di Sassonia e prende quindi l’abito di frate Domenicano dal priore del convento di San Domenico Maggiore a Napoli.
Nel 1576 abbandona l’ordine Domenicano perché accusato di eresia. Raggiunge Roma, ospite del convento domenicano di Santa Maria sopra Minerva. Sono anni di gravi disordini a Roma e Giordano fugge a Genova presso la chiesa di Santa Maria di Castello. Da qui, va poi a Noli (oggi in provincia di Savona, allora Repubblica Indipendente), dove per circa 5 mesi insegna grammatica ai bambini e cosmografia agli adulti.

Nel 1577 raggiunge Venezia, facendosi stampare il suo primo scritto, andato perduto, “De’ segni de’ tempi”. Ma a Venezia è in corso un’epidemia di peste che ha fatto decine di migliaia di vittime e nel 1578 decide di andare in Francia trascorrendo l’inverno nel convento domenicano di Chambèry.
Nello stesso anno raggiunge Ginevra, città dov’è presente una numerosa colonia di italiani riformati. Bruno depone il saio e si veste da cappa, cappello e spada, aderisce al calvinismo e trova lavoro come correttore di bozze, grazie all’interessamento del marchese napoletano Galeazzo Caracciolo il quale, transfuga dall’Italia, nel 1552 vi aveva fondato la comunità evangelica italiana.

Il 20 maggio 1579 s’iscrive all’Università come “Filippo Bruno nolano, professore di teologia sacra”. Il 27 agosto del 1579 viene arrestato per diffamazione, viene processato e scomunicato.
Bruno è costretto a ritrattare; lascia allora Ginevra e si trasferisce brevemente a Lione per passare a Tolosa, città cattolica, sede di un’importante Università, dove per quasi due anni occupa il posto di lettore.Nel 1581, a causa della guerra di religione fra cattolici e ugonotti, Bruno lascia Tolosa per Parigi dove tiene un corso di lezioni sugli attributi di Dio secondo san Tommaso d’Aquino. E in seguito al successo di queste lezioni il re Enrico terzo lo fa lettor straordinario e provvisionato. A Parigi Giordano Bruno sarebbe rimasto poco meno di due anni pubblicando le sue prime opere.

Nell’aprile 1583 Giordano Bruno lascia Parigi e parte per l’Inghilterra dove a Londra è ospitato dall’ambasciatore francese Michel de Castelnau. Nel mese di giugno Bruno è a Oxford, e nella chiesa di St. Mary sostiene una disputa pubblica con uno dei professori.
Tornato a Londra, ivi pubblica, in un unico testo l’Ars reminiscendi, l’Explicatio triginta sigillorum e il Sigillus sigillorum, nel quale testo inserisce una lettera indirizzata al vice cancelliere dell’Università di Oxford, scrivendo che là “ troveranno dispostissimo e prontissimo un uomo col quale saggiare la misura delle proprie forze”. È una richiesta di poter insegnare nella prestigiosa Università. La proposta viene accolta: nell’estate del 1583 Bruno parte per Oxford.

A Oxford Giordano Bruno tiene alcune lezioni sulle teorie copernicane, ma il suo soggiorno presso la città dura ben poco. Dagli studi di Frances Yates si apprende che a Oxford non gradiscono quelle novità, come testimonia venti anni dopo, nel 1604, l’arcivescovo di Canterbury George Abbot, che prese parte alle lezioni di Bruno.
Ritornato a Londra, nonostante il clima avverso, in poco meno di due anni, fra il 1584 e il 1585, Bruno pubblica sei opere fra le più importanti della sua produzione. Nel 1585 raggiunge Parigi e un anno dopo si sposta in Germania per insegnare presso l’università di Wittenberg.

Nell’aprile del 1588 Bruno giunge a Praga, in quegli anni sede del Sacro Romano Impero, citta dove rimane sei mesi, giunge a Helmstedt, nella cui università chiamata Accademia Julia, si registra il 13 gennaio 1589.
Poche settimane dopo viene scomunicato dal sovrintendente della Chiesa luterana della città, il teologo luterano Heinrich Boethius per motivi non noti. Bruno riesce così a collezionare le scomuniche delle maggiori confessioni europee: cattolica, calvinista e luterana. Si rende conto che la chiesa vuole limitare il pensiero. Ma Bruno non ci stà, la sua mente è troppo grande per essere rinchiusa.
LE SUE IDEE RIVOLUZIONARIE
L’universo è infinito. Non esiste un centro. Non esistono limiti. Ogni stella è un sole. Attorno a cui orbitano altri mondi come il nostro. In un’epoca a cui si crede che la terra sia il centro di tutto, questa teoria è una rivoluzione. Ma Bruno va ancora oltre. Dio non è lontano da noi. È ovunque, e immanente è nella natura, nelle stelle, dentro ognuno di noi. È un pensiero che anticipa di secoli la filosofia moderna, ispirando giganti come Spinoza. Bruno studia la magia naturale. Per lui capire la natura significa entrare in contatto con il mistero dell’universo e della vita. Ma queste idee non piacciono al potere.
Il 23 maggio del 1592, Giordano Bruno viene arrestato e tratto nelle carceri dell’Inquisizione di Venezia in San Domenico a Castello. L’Inquisizione romana chiede però la sua estradizione, che viene concessa dopo qualche esitazione, dal Senato veneziano. Il 27 febbraio 1593 Bruno è rinchiuso nelle carceri romane del palazzo del Sant’Uffizio.

Giordano Bruno fu forse torturato alla fine di marzo del 1597 ma non rinnegò i fondamenti della sua filosofia. Dopo sette anni di processo, l’Inquisizione lo condanna al rogo. Il 17 febbraio del 1600 viene condotto in piazza Campo dei Fiori, denudato, legato ad un palo e arso vivo.
Davanti ai giudici, Bruno pronuncia parole che risuonano ancora oggi – “Avete più paura voi a pronunciare questa sentenza che io ad ascoltarla”. Le sue ceneri giacciono nel Tevere ma le sue idee sopravvivono e cambiano per sempre il corso della storia.
Il suo coraggio ha aperto la strada alla scienza moderna. Il concetto di un universo infinito ha ispirato pensatori come Galileo Keplero e persino Albert Einstein con la sua visione dello spazio senza confini. Bruno ci ha insegnato che la verità non ha limiti e che il pensiero umano deve essere libero per esplorare l’ignoto. Le sue intuizioni hanno gettato le basi per la filosofia, l’astronomia e la scienza contemporanea. Ancora oggi guardiamo le stelle e ci chiediamo cosa c’è oltre…

Un napoletano che ha cambiato il modo di vedere l’universo e ci ha insegnato che il pensiero libero è la forza più potente dell’umanità.