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Feb

Il riscaldamento globale può influenzare infezioni e malattie

È quanto suggerisce uno studio condotto su un piccolo invertebrato acquatico. Una correlazione che può aiutare a capire meglio e prevedere le future epidemie.

Vi sono numerosi fattori che possono influenzare una malattia dovuta ad agenti patogeni: tra questi, i cambiamenti di temperatura ambientale, come le improvvise ondate di calore.In un futuro con le temperature globali in aumento ed eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, quindi, sarà complesso riuscire a prevedere l’evoluzione delle interazioni tra i patogeni e i loro organismi ospiti. È quanto emerge da uno studio condotto da un team di ricercatori del Trinity College di Dublino, in Irlanda: studiando gli effetti di temperature diverse su un piccolo crostaceo e su di un suo parassita intestinale, gli scienziati hanno trovato che le fluttuazioni termiche, specie quelle derivanti da ondate di calore, hanno effetti significativi sulle infezioni. Secondo gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista eLife, imparare di più sulle interazioni tra malattie e temperature potrà aiutare gli scienziati a capire meglio e prevedere le epidemie causate dai cambiamenti climatici.

La relazione tra clima e salute

I cambiamenti climatici stanno aumentando le temperature medie globali, provocando, tra le altre cose, sbalzi di temperatura estremi e ondate di calore. Al tempo stesso questi cambiamenti sono in grado di influenzare direttamente quando, dove e con quale frequenza si possono verificare focolai di malattie infettive dovute all’interazione tra un agente patogeno (come un virus o un parassita) e un organismo ospite (come un animale o un essere umano): è noto da tempo, infatti, che le interazioni tra i patogeni e i loro ospiti siano sensibili alle variazioni di temperatura. Studiare come le temperature estreme o le fluttuazioni termiche alterino le infezioni negli animali può aiutare gli scienziati a comprendere meglio l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute globale, senza considerare che queste malattie hanno profondi effetti a livello di tutto l’ecosistema. Ciò che non è chiaro, comunque, è il modo in cui una variazione significativa della temperatura (in maniera simile a quanto sta accadendo e a quanto i modelli climatici si aspettano per il prossimo futuro) possa incidere su queste interazioni e a loro volta come esse influenzino i tassi di infezione e il decorso delle malattie infettive.

L’esperimento

Per fare luce sulla questione, il team di ricercatori irlandese ha selezionato la Daphnia magna, un piccolo invertebrato acquatico, allevato in laboratorio in acquari a temperatura controllata, e un suo parassita intestinale, Odospora colligata. La trasmissione dell’infezione è di tipo ambientale, e cioè simile a quella osservata in malattie che colpiscono anche gli esseri umani come Covid-19 e colera. Negli esperimenti, i piccoli crostacei sono stati dapprima esposti al parassita, e poi tenuti in tre condizioni termiche distinte: temperature costanti, piccole fluttuazioni di temperatura giornaliere di più o meno tre gradi centigradi rispetto alla temperatura ambiente e ondate di calore di sei gradi centigradi sopra la temperatura ambiente per tre giorni.

Misurando l’influenza di queste condizioni sulla longevità, la fertilità, lo stato di infezione e il numero di spore parassitarie (la forma che consente la trasmissione e la riproduzione del patogeno) all’interno dell’intestino dell’organismo, gli scienziati hanno osservato che le variazioni di temperatura avevano un effetto significativo sui tassi di riproduzione e infezione dei parassiti, soprattutto considerando la temperatura media dell’acqua a cui erano tenuti i crostacei. In particolare, rispetto alla condizione a temperatura costante, le fluttuazioni termiche giornaliere riducevano l’infettività e la quantità di spore del parassita, mentre dopo un’ondata di calore l’infettività era quasi la stessa degli organismi mantenuti a temperatura costante. Non solo: il numero di spore parassitarie è aumentato dopo l’ondata di calore di tre giorni solo quando la temperatura ambiente era di 16 gradi centigradi, mentre a temperature maggiori l’effetto dell’incremento termico non era così evidente.

I prossimi passi

In generale, i ricercatori hanno dimostrato che temperature elevate costanti, cambiamenti termici e temperatura media dell’acqua influenzano gli esiti delle malattie infettive nella Daphnia magna. Il passo successivo, quindi, sarà quello di valutare come le variazioni di temperatura modifichino il decorso delle malattie in altri organismi e comprenderne i meccanismi biologici sottostanti. “I nostri risultati mostrano che la variazione di temperatura altera l’esito delle interazioni ospite-patogeno in modi complessi. Non solo la variazione di temperatura influisce in modo distinto sui diversi tratti dell’ospite e del patogeno, ma anche il tipo di variazione e la temperatura media a cui viene applicata contano – afferma Pepijn Luijckx, primo co-autore dello studio. Ciò significa che i cambiamenti dei modelli di variazione climatica, sovrapposti ai cambiamenti delle temperature medie dovuti al riscaldamento globale, possono avere effetti profondi e imprevisti sulla dinamica delle malattie infettive”.

Fonte: www.wired.it

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